
Sono giorni che Matu promette.
Promette il mare, la visita a pesci e squali, promette Genova (che non ho capito bene cosa sia), navi di pirati e vacanze, surfate e gelati, viaggi e imprese epiche, mostri marini.
E poi dice che stasera andiamo a vedere la casa di Luca. Luca? Sì, il bambino del cartone che ha guardato con il mio fratellone Frenci. il mostro marino buono, che quando esce dell’acqua si trasforma in un bambino come me. Chissà cosa si è messo a bere ultimamente…
Comunque, che sia latte o che sia uova, qualcosa puzza di bruciato.
E infatti, dopo la colazione, qualcosa si muove. Vedo valigie andare e venire. E poi partiamo con la macchina carica e il mio cane azzurro.
Facciamo colazione in un posto promettendomi il biscotto a forma di coccinella di Gianluca, ma ci sono solo paste e le coccinelle sono disegnate ai muri. Ci rimango malissimo e mi consolo con i cornetti ripieni del nonno e del Vecchio.
Durante il lungo viaggio in macchina, li stordisco tutti chiedendo a ripetizione “i want it all” dei Queen, che quando ho iniziato a farlo qualche settimana fa il vecchio era pure contento, ma adesso dice che ha il vomito. La ascoltiamo tante, tante e tante volte. Mi piace un sacco. Per fortuna la Madre me l’ha fatta ascoltare.
Mangiamo in un posto dove puoi prendere quello che vedi e metti i piatti su una tavola portatile. Mentre sganascio un pò del piatto della Santissima, mi fisso con uno spruzzo di acqua che vedo nel campo fuori dal ristorante, vorrei proprio andarci dentro, ma non riesco a convincerli.
Dopo un lungo viaggio sulla macchina del Papà, arriviamo in una nuova casa. Ma usciamo subito. Dicono che siamo a Genova, quindi dovrebbe essere un posto.
E poi mi portano alla casa di Luca. C’è il mare. Mangiamo un buon gelato e poi passiamo il pomeriggio io e Frenci a tirare sassi nell’acqua e a scalare scogli e sul monopattino vicino alle barche, e poi a correre su e giù lungo le piccole stradine di scale del paese di Luca. Bellissimo. Il Matu mi fa fare un sacco di salti dagli scogli, lo adoro quando mi fa ridere. E la Santissima Madre mi indica proprio il posto dove posso tirare sassi senza ammazzare nessuno, dice lei.
Divoro diverse focacce e altrettanti fritti (i più buoni sono quelli dolci) in spiaggia, davanti al grande mare, mentre le onde fanno schizzi di acqua salata e ci bagnano.
Ma, di mostri marini, neanche l’ombra. Avremmo dovuto bagnare qualche persona in spiaggia, come fanno nel cartone, perché una volta bagnati si trasformano e diventano pesci, così li scopri, ma il Vecchio non se l’è sentita.
Fifone.