Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così

Salutiamo Genova con una pasta e un te caldo. Questa città ha una certa eleganza.

Canto “I want it all” per buona parte della mattina, i passanti applaudono. Sono una star.

Anche stamattina la mia sveglia interna ha suonato alle 7 e infatti, appena tocco il sedile dell’auto per dirigerci verso la casa del mare, svengo.

Mi risveglio poco dopo al mare, seduto ad un tavolo vicino a degli ombrelloni e ad una ruspa. Bellissima.

Mangiamo pizzette e gelato e poi ripartiamo. Inarrestabili. Ma non dormo più.

La stanchezza si fa sentire e quando arriviamo nella nuova casa del mare pretendo di giocare con l’acqua, ma mi portano in un supermercato. Ma che…

Non mi rimane altro che dare una mano a fare la spesa e passo i prodotti al vecchio che li mette nel carrello.

Poi finalmente Matu, mosso a compassione, ci porta al mare. Io tiro sassi e raccolgo acqua con la paletta, esercizio complicatissimo, Frenci mi aiuta e gioca con un aquilone, il vecchio stressa e parla di imminenti temporali e venti da nord.

Che sia latte o che sia uova il posto inizia a piacermi, ma non così tanto da evitare di pretendere di ritornare a casa; voglio vedere Bing!

Per cena incontriamo la Zia, Aida, Gaia e Pi. Gioco e mangio pasta con il ragù. Ottima. Poi convinco il gruppo a prendermi un altro gelato.

In chiusura, mentre Frenci se ne va con Matu, zia e Aida, non so dove, io vado in giro con la mamma ad ascoltare musica.

Sono così stanco che non riesco ad addormentarmi nemmeno sul passeggino.

Sono un bimbo grande, so anche dirlo.

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