Cip e Ciop

Partenza in ritardo sulla tabella di marcia pianificata, come spesso accade in queste occasioni.

Perché poi, pianificare, non fa altro che alimentare l’illusione di poter controllare le onde della vita; bisognerebbe pianificare forse di meno e cavalcarle di più, all’occorrenza. Ma, si sa, quello che insegno è il ciclo di Deming. E le credenze modellano la vita. Dovrei cambiarne qualcuna.

L’obbiettivo della giornata è raggiungere la casa sull’albero a Erkheim: Frenci e Richi (in arte Cip e Ciop) attendono questo momento da parecchie settimane. Sono trepidanti. E scoppiettanti.

Avevo voglia di mettermi in viaggio, ma non è (ovviamente) una passeggiata. Loro, i bambini, sono eccezionali. Ci fanno, a tratti, impazzire, ma fa parte del pacchetto, una volta deciso di tenerli in auto più di sei ore.

Il viaggio ha la musica di Simple Plan, Alenis Morisette, Jon Bon Jovi e qualche storia in audiolibro della Pimpa. Così, con un paio di pause tra parchini e gelati, e senza tirarci troppo per i capelli, raggiungiamo la graziosa e funzionale casetta sull’albero, macinando oltre 560 km.

Richi mi chiede ripetutamente, con aria incredula, sogghignante e turlupinante, “ma che ci facciamo a dormire in una casa sull’albero?” e poi mi ricorda che dobbiamo raccogliere ghiande e noccioline, come Cip e Ciop quando litigano con Paperino. Ma le varietà arboree non sono quelle giuste. Niente ghiande, né noccioline, attorno alla casa.

Si accontenta di un biscotto al cioccolato prima di andare a letto, dopo aver mangiato, con estremo coraggio, una pizza Margherita con il suo fratellone, in un piccolo, ma folcloristico, ristorante, con tavoli all’interno di botti di legno, a quindici metri da casa (siamo diventati allergici all’auto, quando ci sediamo sul mezzo, ci si riempie la faccia di macchie rosse di rabbia).

La casetta sull’albero è minuscola, ma ha tutto ciò che serve: la cucina, la zona giorno con divano letto, il bagno con grande doccia, una veranda con divanetto e un secondo letto stile futon, sotto il tetto. La vinciamo noi adulti la zona con soppalco a rischio testata quando ti svegli, per la smisurata gioia della mia neo mogliettina, che in questo momento se la dorme.

Sento il respiro di Frenci e Richi al piano di sotto, i movimenti di Ale mentre sogna chissà chi, i grilli fuori nel bosco che cantano alle stelle, qualche macchina di passaggio in lontananza e mi sento fortunato. Molto fortunato.

Dormire in questo minuscolo monolocale tutti insieme è davvero scomodo, ma, allo stesso tempo, incredibilmente familiare.

Oggi la rubrica “Il diario di Francesco” non va in onda per motivi tecnici (eravamo tutti a pezzi), ma domani recuperiamo, perché stiamo in zona tutto il giorno a zonzo e a fare niente.

Ce lo meritiamo, in particolare Cip e Ciop.


DAL DIARIO DI FRENCI

Cip e Ciop (foto di Frenci e Richi sulla veranda della casa sull’albero)

Per prima cosa abbiamo cominciato con una bella colazione da Mirè poi…

Abbiamo cominciato il viaggio! Che era stra lungo, che è durato sei ore e mezza e quando siamo partiti la macchina di papà aveva già 147.000 km.

Abbiamo mangiato in un ristorante con parchino e poi abbiamo continuato il viaggio.

Per fare sosta merenda ci siamo fermati in un bel posticino e poi siamo ripartiti 😒

Ma… finalmente, dopo un’altra un’ora e mezza… siamo arrivati alla casa sull’albero 😁🎆 (yeeeeeh) e ci siamo riposati.

2 pensieri su “Cip e Ciop

  1. Mi ricorda una “casa sull’albero” in provincia di Varese: Un ricco del luogo ne fece costruire una nel suo parco per far divertire il suo figliuolo. Naturalmente un piccolo monolocale tutto in legno, ma ben lucidato, splendente e, soprattutto, ben in vista dalla strada. Ecco allora la solerzia del sindaco di quel tempo: Abuso edilizio, evasioni catastali e reddituali, multe da capogiro.

    Buona… continuazione ! 😉

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