Selce, aringhe e birra

Ci svegliamo senza fretta né impegni, nella campagna danese. La prendiamo scialla, colazione in mutande e chiacchiere davanti ad una tazza di latte e cereali o te e Danish Butter Cookies .

In Danimarca ci sono solo sei stazioni con il GPL. Ne trovo una più o meno lungo la nostra direzione, per raggiungere Ribe. Imposto il navigatore e partiamo.

Giunti al distributore, scendo e leggo le istruzioni. L’attacco danese non lo conosco. Per fortuna sono scritte in inglese. Devo chiedere assistenza al negozio. Mentre lo raggiungo, esce un uomo che mi dice di essere in chiusura. Sono le 11.13. Alza gli occhiali da sole, ha un occhio rosso, gonfio e chiuso. Comprendo che ha bisogno di cure. Gli dico che sarei tornato nel pomeriggio o l’indomani.

Arriviamo a Ribe e ci perdiamo nella città più antica della Danimarca. Mi piace tantissimo. Sembra di entrare in un romanzo sui vichinghi e sui pirati. Il centro storico è pieno di botteghe e negozi, taverne e caffè. I negozianti espongono la loro merce sulle strade lastricate di selce. La piazza della cattedrale è vasta e luminosa. Facciamo i 249 gradini per salire sulla torre dal duomo e gustarci il panorama che si spinge fino al mare dei wadden (un litorale che emerge o viene sommerso secondo le maree) . Richi e Frenci si fanno quasi tutti i gradini da soli e rimangono colpiti dalla grandezza delle campane e dalle note dell’organo a canne.

Ci fermiamo per mangiare qualcosa nella taverna più antica della città: assaggiamo l’aringa, accompagnandola da birra danese. Aringa marinata, aringa marinata speziata e aringa marinata fritta. Se non ti imbottisci di pane e burro (che le cameriere prontamente ti offrono) non ce la fai a finirlo. Troppa marinatura. Al tavolo dietro al nostro è seduto un vero pirata, che ride sguaiatamente come un pirata e beve birra insieme ad un bicchierino di quella che sembra grappa alla prugna, mentre intrattiene a suon di risate una coppia di turisti seduti vicini.

Facciamo una passeggiata per i canali e le loro rive, tra papere e cigni: sembra di entrare in una fiaba di Andersen.

Infine raggiungiamo il parco giochi comunale. Una città di poco più di 8.000 anime ha un parco attrezzato degno di Manhattan. Avrò contato qualcosa come una decina di castelli e isole gioco differenti, compreso uno skate park in cui si perde Francesco con il monopattino, senza contare le aree adibite a tavoli per fare pic nic. C’è anche un piccolo bar. Noto che non vende alcolici e che attorno non c’è una carta per terra. Richi dà tutto se stesso e in macchina crolla.

Ritorniamo a casa, per una mezz’ora di relax e per permettermi di pagare gli F24 delle tasse.

La sera la passiamo ad Haderslev, la cittadina più grande della nostra zona a circa 10 minuti da noi. È a cavallo di un fiordo. È’ poco frequentata e i negozi sono tutti chiusi già alle 19.00. Troviamo un ristorante dove cenare con ottimi club sandwich, omelette e nuggets. La temperatura scende a 18 gradi e quando esco patisco il freddo con la mia camicia da spiaggia.

Troviamo anche una gelateria che si spaccia per italiana anche se è gestita da un orientale. Il gelato comunque non è niente male, ma acuisce il mio freddo. Dall’auto prendo una felpa. Poco dopo essere partito, un macchina dietro di me mi manda messaggi morse con gli abbaglianti che non capisco, poi mi accosta e a gesti mi fa capire che sono partito con il box sopra il tetto dell’auto aperto. E io che stavo per dirgli su, da italiano medio.

Prima di ritiraci in branda, infine, andiamo a tirare sassi al mare a Sønderballe Lejrskole, a pochi minuti da casa nostra.

Salutiamo il sud dello Jutland, domani ci dirigiamo verso il profondo nord.


DAL DIARIO DI FRENCI

La torre più alta di sempre! 😲 (foto della torre del duomo di Ribe).

Abbiamo visto una torre e ci Simao anche saliti. La torre si chiamava la torre del duomo.

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