Verso Nord

Salutiamo Heidi e Jens Ove, i cordiali proprietari della casa che ci ha ospitati per tre notti nella campagna del sud della Danimarca. CI siamo sentiti parte dello stile di vita hygge, un termine danese che descrive un senso di accoglienza, calore e comfort.

Tuttavia parto con il baule sopra il tetto dell’auto ancora aperto. Lo stress non mi ha ancora abbandonato. Grazie Ricciola per avermelo ricordato, così da non poterlo omettere dal mio racconto.

Ci fermiamo a fare colazione da Scotts Cafe, in una delle piazze centrali di Handerslev. Mentre Richi pulisce la tazza di latte caldo di Frenci dalla schiuma, io e Ale scopriamo la pasta al cardamomo: uno spettacolo eccezionale.

Ci dirigiamo verso Hjarbæk, alla fine del fiordo che porta lo stesso nome. Prima di arrivare a destinazione (Aalborg) pianifichiamo una pausa pranzo in spiaggia per fare sgranchire i pargoli.

Lungo la strada mi fermo per fare GPL in una delle sei stazioni della Danimarca che hanno questo carburante. Scopro che costa più della benzina. La prossima volta andrò a verde.

Facciamo pausa pranzo nella piccola spiaggia adiacente al camping, in faccia al fiordo, con pane e formaggio, pomodorini, uva, mele, mandorle, noci e biscotti. Pranzo stellato. Location diesci (cit.).

Lungo la strada incrociamo diverse case, con piccoli mercatini di frutta o artigianato, su tavolini, senza anima viva a controllare, solo piccoli cartelli con l numeri di telefono per pagare online quello che si è acquistato. Il furto da queste parti non è contemplato.

Mentre attraversiamo distese di cereali, fiori colorati, conifere, chiese bianche e cafeterie (scritto proprio così) faccio il conto delle Tesla che ho incontrato sia attraversando la Germania, con targa danese, sia in Danimarca. Capisco perché il GPL non sia utilizzato. O viceversa.

Verso le quattro del pomeriggio arriviamo ad Aalborg. L’appartamento non è come ce lo aspettavamo, ma con un reclamo immediato ci risolvono i problemi più importanti (asciugamani e lenzuola).

Tra il tardo pomeriggio e la sera facciamo un primo sopralluogo della città. Mi piace moltissimo, Architettura nordica, fiordo che taglia a metà la città, caffè e ristoranti a iosa, passeggio alquanto interessante, raggi di sole obliqui, garriti insistenti dei gabbiani, profumi inebrianti di cibo, sono tutto ciò di cui ho bisogno adesso. Voglio immergermi e perdermi in questa città. Scatto foto a raffica.

Facciamo un piccolo aperitivo a Søgaards Bryghus, mentre Francesco e Riccardo giocano a fare castelli di sabbia nell’area del centro della piazza adibita a spiaggia cittadina e ceniamo a Hos Henius piatti tipici danesi: polpette di carne (frikadeller), tartellette di sfoglia ripiene di pollo e salame locale. Vita dura per i veggy.

Frequentando i servizi igienici dei vari locali scopro che in Danimarca la parità dei sessi l’hanno raggiunta davvero: i bagni sono bagni, per tutti. Non ci sono quelli per signore e quelli per signori. Solo bagni.

Ho l’impressione che Aalborg mi mancherà. Nonostante i prezzi stellari di qualsiasi cosa. Sento buone vibrazioni e affinità elettive in questo luogo. Mi capita di trovare luoghi più familiari, per così dire. Aalborg è uno di questi.

Mentre concludo questa pagina di diario, dalla finestra discorsi e litigi fra gabbiani entrano nella nostra stanza. Mi stanno chiamando.

Domani tocca a me andare al parco giochi. Direzione Klitmøller per una sessione di surf. Incrociamo tutti le dita.


DAL DIARIO DI FRENCI

Coming soon…

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