
Facciamo colazione in un bar vicino a casa, una piccola spesa per il pranzo al sacco e accendiamo i motori: destinazione Klitmøller, soprannominato “Cold Hawaii” perché la zona presenta condizioni di vento uniche che ricordano quelle che si possono trovare alle Hawaii. Dal 2010 la città ospita la Cold Hawaii PWA World Cup, una competizione internazionale di surf in cui 32 dei migliori surfisti del mondo si contendono la vittoria.
Oggi scoprirò se i quindici minuti di ginnastica che faccio tutte le mattine, da due anni a questa parte, hanno un senso oppure no. Lo faccio per arrivare pronto a momenti come questo, il surf e poche altre attività sono la motivazione. Non entro in acqua con una tavola dal 2015, quando visitai l’Algarve. Mi ero ripromesso di tornarci quanto prima, mi sono anche comprato una tavola nuova, ma nel frattempo è arrivato agosto 2024. Oggi faccio all-in.
Arriviamo a destinazione alle 11.30. Il paese è davvero carino e la spiaggia mi ricorda moltissimo la parte sud dell’Algarve, Sono già al settimo cielo e non ho ancora iniziato. Mi sento come Frenci all’ingresso di Legoland.
Noleggio la tavola, rispolvero la mia vecchia muta (regalo di laurea dei miei amici per il viaggio in Portogallo) e entro in acqua. Sono così arrugginito che entro nella muta nel modo sbagliato e strappo il collo.
Impiego mezz’ora solo per riprendere confidenza con i movimenti. L’acqua è calda. certamente più calda che in Algarve. Le onde non sono molte e le scuole di surf con i loro allievi e istruttori occupano tutti i posti migliori. Cado in pasto ai pesci sette volte su dieci, ma quando la cavalco sono “lo re” (cit.). Frenci e Richi fanno il tifo per me e questo vale ancora di più.
Sto in acqua quasi tre ore, che volano via come granelli di sabbia al vento. Esco dall’acqua che fatico a sollevare la tavola per portarla indietro e ho botte ovunque, ma sono felice.
Non sono più un giovincello, ma me la sono cavata. Tre ore in mare con le onde mi hanno ripulito dentro e fuori, sono nuovo, la mente si è placata, il respiro è profondo, l’animo è calmo. Dovrei praticarlo ogni settimana, al più ogni mese. Lo so. E so che un giorno mi pentirò di non averci provato. E per questo ci proverò ancora.
Mangiamo al sacco in spiaggia, prendiamo un gelato e poi ci dirigiamo verso casa.
Mentre guido fra campi eolici, mandrie di mucche e fiordi sulla strada del ritorno, tutti cercano di dormire. Richi ci riesce. Osservo strade e cittadine e mi rendo conto che il made in Italy va alla grande in Danimarca. Passo decine di locali lungo la via con le parole pizza, Napoli, pasta, Firenze, Cafeteria, e molte altre che tentano di richiamare il Bel Paese. Nel frattempo mi rendo conto di puzzare di alghe e pesce, necessito di una doccia.
Arrivati a casa (e una volta tornato al mio odore tradizionale), usciamo per aperitivo e cena. Ci fermiamo in un pub dai richiami pirateschi lungo Jomfru Ane Gade, una stradina colma di locali, per farci una birretta e infine ceniamo con pizza da asporto a Toldbod Plads, tra le fontane e con vista fiordo, mentre Frenci e Richi girano come pazzi sui loro monopattini.
Una giornata memorabile. Peccato che abbiamo le ultime due notti in questa bella città e non abbiamo ancora prenotato il resto del nostro viaggio 😅.
DAL DIARIO DI FRENCI

Spiaggia: Klitmoller
Mio papà ha surfato e si è divertito un mondo, il mare è tipo il Legoland di mio papà…
E anche io , Richi e la mamma ci siamo divertiti un mondo a spaccare i sassi