
Facciamo colazione al bar hygge della stazione e prendiamo il treno per Copenaghen. Poi prendiamo il cambio per Malmö, la città svedese collegata alla capitale danese dal ponte stradale e ferroviario di Øresund.
Attraversiamo il Baltico per circa 8 km, tra parchi fotovoltaici adiacenti ai binari e parchi eolici in mezzo al mare.
Oggi la lettura sul vagone funziona solo per Frenci, Richi vuole vedere video musicali e mentre la locomotiva sfreccia sull’acqua, simula di suonare la batteria o di cantare con il microfono, stile Jon Bon Jovi.
La città svedese ospita il Malmöfestivalen, un festival musicale che si tiene ogni anno nel mese di agosto. Per una settimana nella città si svolgono decine di concerti gratuiti e le strade si riempiono di bancarelle, eventi, cibo di strada e giostre.
Arriviamo verso mezzogiorno, accompagnati da un sole ballerino e un vento frizzante. Ci mettiamo felpa e giubbotto per un po’. Fiumi di persone si riversano dalla stazione al centro. Cerchiamo di evitare gli ennesimi giri in giostra e ci prendiamo del cibo take away. Una volta posizionati su una panchina del centro, scopro di.non aver preso le posate da asporto e così io e la Ricciola ci mangiamo le köttbullar, le mitiche polpette svedesi annegate nel loro sugo e nei frutti rossi insieme a patate con buccia e cetrioli, con le mani. Situazione complicata, ma molto saporita: decidiamo, con i pargoli, che faremo il bis a cena.
Dopo un caffè e un paio di pasticcini svedesi, ci dirigiamo verso i palchi, ma sono tutti chiusi o in sound check. Così cerchiamo un’area giochi in un piccolo parco che costeggia un canale del centro, per temporeggiare. Adiacente all’area c’è un piccolo palco in cui vado ad ascoltare un gruppo che suona un blues molto divertente. Poi ci dirigiamo verso il palco principale, la piazza è piena di spettatori e l’aria si riempie di musica pop. il volume è troppo alto sia per Frenci che per Richi e non troviamo una posizione in cui si veda il palco e sia meno rumorosa. Ci spostiamo in un area del festival dedicata ai bambini, mentre Richi si addormenta sul passeggino.
Il festival ospita ogni anno più di un milione di visitatori e infatti I bagni chimici sono ovunque e impeccabili. Nonostante il numero di persone la situazione resta vivibile. Tuttavia questa folla di persone, i palchi, le giostre, le bancarelle e le aree di servizio coprono la città, che non ci colpisce. Probabilmente non è il giorno migliore per conoscerla, né per fotografarla. Oppure ci siamo affezionati troppo allo stile hygge danese.
Frenci si fissa con le foto sulle statue, ogni volta che ne vede una “papà mi fai una foto?”. Richi ha iniziato a usare la perifrasi “l’ho fatto per orrore” intendendo per errore, ogniqualvolta ha un comportamento che potrebbe suscitare un nostro richiamo. Butta volontariamente giù il passeggiano da una scala, lascia cadere apposta il panino che non vuol più mangiare per terra dopo che gli ho chiedo di darmelo per finirlo, calcia intenzionalmente la borsa di una signora in attesa alla stazione: “ma l’ho fatto per orrore” suggerisce irritato, come per giustificarsi. Probabilmente dobbiamo approfondire con lui il significato della perifrasi.
Rimaniamo a Malmö anche per cena, dopo un breve aperitivo vicino al Rock Stage, che carica la nostra compagnia di cassa e rullanti e potenti giri di basso, illuminati da un tramonto brillante. Torniamo a mangiare le polpette danesi allo Spoonery, un piccolo, ma grazioso, locale che mi ha colpito al mattino e poi lasciamo la Svezia e torniamo in Danimarca, con il favore della notte, sui mezzi pubblici.
Domani ci attende un giornata sulla christiania bike, stile danese.
Stasera non ho voglia di scrivere, lo farò domattina.
DAL DIARIO DI FRENCI

Coming soon…