Ferragosto hygge

Ci svegliamo nella nostra piccola casa in campagna, al limitare del bosco, tra fate notturne, nani, troll ed elfi. Mi sembra di essere David Gnomo.

Esco a visitare il giardino. Mi sorprendo ancora una volta. Siamo in campagna, in mezzo al nulla, ma l’area verde è tenuta dai due proprietari come fosse un giardino reale. C’è anche un grazioso stagno e ci sono diversi alberi da frutto. Qualche centinaio di vasi con piante in fiore, sparsi ovunque, decorano l’area e le case, in un ordine che potrebbe sembrare essere casuale, ma credo sia studiato nei minimi particolari. Non c’è un fiore che non sia perfetto, quelli meno belli vengono tolti (la carriola vicino al nostro ingresso è piena di fiori che non hanno passato l’esame di estetica). È la loro piccola opera d’arte in onore della Natura e la custodiscono al meglio.

Dopo qualche raggio di sole, il cielo si copre. Decidiamo comunque di fare una gita al mare. Ci sono 21 gradi. Arriviamo a Stillinge, un piccolo paesino sulla costa occidentale a circa 30 minuti dalla nostra base. Lascio la macchina fotografica in auto. Con questo tempo, penso, non ne vale la pena. In spiaggia siamo in una decina. Tiriamo sassi in mare, giochiamo con palette e secchielli abbandonati e mangiamo mele. C’è un discendete dei vichinghi che si immerge in acqua per fare snorkling con solo gli slip.

A noi invece, viene fame. Diamo fondo alla borsa frigo che costudisce al fresco il nostro pasto. Intanto Richi va su e giù dalla passerella che porta alla battigia, guidando il suo passeggino, decine e decine di volte. Vuole imparare.

Altre persone, di tutte le età, entrano in acqua. Mi sento a disagio. Non posso restare a guardare. Mi metto gli slip anche io e inizio a camminare verso l’orizzonte, seguendo il fondale piatto che degrada dolcemente, nel mare piatto come una tavola. L’acqua non è calda, ma nemmeno gelida. Mi immergo veloce ed esco. Giusto per fare scena. Gioco con Frenci e Richi a sguazzarci nell’acqua, finché non scappano quando notiamo una piccola medusa. Se ci fosse il sole sarebbe perfetto.

E il sole esce. La spiaggia si anima e si popola di turisti e locali. Avrei dovuto avere più fede e portare con me la macchina fotografica. Uso l’iPhone. Ale e i pargoli costruiscono castelli di sabbia e poi andiamo a giocare sopra una secca in mezzo al mare, con le piccole e innocue meduse che ci circondano quando ci immergiamo e micro sogliole che scappano a ogni nostro passo. L’acqua è trasparente. Si vede in lontananza Storebæltsforbindelsen, il ponte che attraversammo una settimana prima per passare dall’isola di Fionia, che ospita Odense, all’isola di Sellandia (o Zelanda) che ospita Copnenaghen.

Per merenda ci fermiamo in un bar vicino alla spiaggia per un gelato, il Circus In, che usa latte di polpa Mutti come vasi per i fiori sui tavolini e ha decorato l’area esterna con animali da circo in polistirolo. Mi sparo un grande classico made in Italy, gelato soft Carpigiani, panna e cioccolato.

Torniamo alla nostra casa al limitare del bosco. Io e Frenci ci inoltriamo in mezzo alle fratte, tra alti fusti, ragnatele, cespugli e raggi di sole che bucano le fronde. Poi passeggiamo chiacchierando nell’immenso giardino della nostra dimora. Sembra di essere in una fiaba.

Ceniamo nella nostra casetta da favola e ci addormentiamo consapevoli che domani saluteremo la Danimarca. Ci sforzeremo di portare con noi la loro hygge.


DAL DIARIO DI FRENCI

Coming soon…

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