Della gentilezza e della persuasione

Il letto del Plaza è sicuramente eccezionale, ma la doccia rientra con prepotenza nella top five della mia vita: un torrente, prima caldo e poi freddo, in piena, sulla mia testa e sulle mie spalle. Inizio la giornata con il pieno di energia.

Mentre noi diversamente giovani prepariamo le solite valigie che da ormai tre settimane ci accompagnano da una camera all’altra, Cip e Ciop si guardano Pippi Calzelunghe, che battaglia con i pirati, in tedesco.

Fatto il check out, prima di rimetterci in cammino, decidiamo di fare colazione in centro e visitare una parte della città che non avevamo visto ieri sera, giusto un’oretta. Restiamo in città altre due ore e mezza.

Visitiamo i bellissimi e floreali giardini sull’acqua del castello di Schwerin (Schloss Schwerin), di stile rinascimentale francese, sopra un’isola del lago interno (Schweriner Innensee). Il 27 luglio 2024, il palazzo è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Richi si diverte a buttare sassi nella bella ed elegante fontana del giardino interno, gli chiedo di non farlo, lui si riempie le mani di ghiaia e la scaglia in acqua. I corsi sulla persuasione, per essere credibili, dovrebbero prevedere un test finale pratico in cui devi cimentarti con bambini di tre anni.

In ritardo di un’ora sulla tabella di marcia, partiamo accompagnati dalla pioggia. Attraversiamo foreste e boschi, boschi e foreste, poi campi di mais e ancora foreste, campi fotovoltaici, campi con pale eoliche. Alcune mucche fanno il bagno nell’Elba e pascolano sulle sue rive.

Pranziamo nel parcheggio di un distributore di benzina, io e Ale in piedi, Frenci e Richi seduti nel baule aperto, con il passeggino come tavolino d’appoggio, mentre pioviggina. Faccio due chiacchiere con il gentilissimo gestore del negozio del distributore, dove abbiamo comprato tre gelati (per i due piccoli e il piccolone con la barba) e gli racconto velocemente il viaggio che stiamo facendo. Prima di partire l’uomo barbuto e gentile ci offre due pain au chocolat per i bimbi. La gentilezza è un valore che a volte dimentichiamo, è un peccato, perché fa splendere di luce anche le giornate di pioggia.

Ripartiamo di nuovo sulla strada bagnata, ma poco dopo esce un bellissimo sole. Il termometro dell’auto per la temperatura esterna, mentre siamo ad un centinaio di chilometri dalla nostra prossima destinazione, segna 30° C: era dai primi giorni della partenza che non succedeva più. Sud stiamo arrivando!

I due pargoli fanno merenda con le due paste offerte dal gentile benzinaio, mentre giochiamo a immaginare le forme delle nuvole di panna nel cielo, e verso le 19.00 arriviamo a Altenburg, una cittadina di circa 30.000 abitanti della Turingia, in Germania, capoluogo del circondario dell’Altenburger Land.

Mettiamo le valigie nell’appartamento piccolo, ma funzionale e profumato e usciamo. Anche questa città è circondata da specchi d’acqua, alberi e palazzi. Cerchiamo un pasto veloce ed economico, mangiamo ai tavolini di un bistrò, sul marciapiede di una strada poco trafficata e dopo la cena portiamo i piccoli a sgranchirsi le gambe in un’area giochi, al buio. Sentiamo le esplosioni di fuochi d’artificio in lontananza. Alcuni passanti ci guardano incuriositi. Di parchi giochi in queste tre settimane ne abbiamo bazzicati parecchi, ma questo è il primo in notturna.

Domani ripartiamo di nuovo, destinazione Baviera, ultima tappa ufficiale.


DAL DIARIO DI FRENCI

Coming soon…

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