“La vita è come una scatola di cioccolatini…” (belgi)

Alle 9.00 abbiamo appuntamento con un idraulico che deve fare un controllo veloce agli scarichi del condominio e deve entrare anche nel nostro appartamento. Alle 8.10 entro in doccia con grande anticipo.

Arriva alle 8.20 e mi trova in déshabillé, ma grazie alla Ricciola riesco a rotolare con una mossa ninja in camera senza essere visto.

Nell’attesa della fine dell’intervento mi faccio un caffè molto lungo e nero, come piace tanto ad una mia cara amica, leggo Anna Frank e rispondo a messaggi whatsapp. Mi scrive un’altra mia cara amica che mi confida di voler partire per un viaggio, dopo aver letto il nostro blog. Gongolo un po’.

Prendiamo la macchina e ci dirigiamo verso il centro di Anversa. Facciamo diverse deviazioni tra cantieri, strade chiuse e errori alla guida. Confermo la mia prima impressione. Anversa è una città non ben curata, disordinata, non molto pulita, e non riesco ad inquadrarla.

Ci infiliamo nel museo della cioccolata (Chocolate Nation), un business eccezionale. Ti fanno pagare il biglietto per conoscere tutto sul cioccolato, ti offrono un piccolo assaggio di dieci tipi di cioccolato, 5 solidi e 5 cremosi, quando hai finito ti mangeresti anche l’uovo di Pasqua avanzato da 7 anni e poi ti buttano all’interno di un negozio di soli cioccolatini e praline e tavolette che se le metti in fila potresti arrivare sulla luna. L’ho svaligiato.

Un business che funziona alla grande da centinaia di anni. Il porto di Anversa riceve 187.000 tonnellate di fave di cacao all’anno. Il Belgio vanta oltre 300 cioccolatieri e un’industria del cioccolato che genera 4 miliardi di euro di fatturato l’anno.

Visitiamo Grote Markt una delle piazze più importanti della città, con la Fontana di Brabo che tagliò e gettò nel fiume la mano del gigante Druone Antigoone e pranziamo al Den Engel, uno dei più antichi bar della città (degli inizi del ‘900). Assaggio la loro ottima zuppa di pomodoro e la migliore birra locale, la Bolleke, che non mi fa innamorare.

Inizia a fare davvero caldo e cerchiamo refrigerio con dei waffle (gaufres, in Belgio) ricoperti di gelato, di fianco all’altissima e gotica cattedrale di Anversa. Mentre degusto il dolce noto un anziano che controlla dei lavori edili e penso che l’umarell è un ruolo internazionale e fondamentale per il tessuto sociale di ciascun paese.

Il resto del pomeriggio lo passiamo al parchino di giostre dentro Stadspark. Il sole non ci dà tregua, ma i bimbi giocano comunque. Io vado avanti e indietro dalla fontanella pubblica per riempire le borracce di tutti e a raccattare Richi che si inerpica in percorsi troppo complicati e non riesce a scendere.

La sera la passiamo in ritiro, dopo una spesa al market sotto casa. Messi a letto i pargoli io e la Ricciola ci sollazziamo con assaggi di cioccolatini alle erbe aromatiche.

“…non sai mai quello che ti capita.”

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