Just like Belgium

Prendo in prestito il titolo di una vecchia canzone di Elton John, perché oggi è un giorno speciale del nostro viaggio: l’ultima bella tirata per raggiungere la nostra prima meta, l’Olanda. Ma dormiremo in Belgio. Ed Elton per me è sempre stato speciale. Comunque, meglio io vada per ordine. La scrittura creativa non è mai stata il mio forte.

Ci svegliamo verso le 8.00, vista convento medioevale di Turckheim, c’è il sole, suonano le campane e un passante porta a passeggio due cani, o forse il contrario. ” Bonjour”.

Mi sembra di vivere un’altro tempo, mentre carico le valigie nella macchina, parcheggiata nella stradina di ciottolato sotto casa, a doppio senso di marcia, ma larga a mala pena lo spazio necessario per far passare un mezzo, a fianco di case dall’aspetto piratesco, e mi aspetto di incontrare Adso da Melk da un momento all’altro. Un po’ come mi successe nel 2016 a Sobrado, lungo il Camino di Santiago del Norte.

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Code e pioggia

Apro gli occhi alle 7.15 circa, dopo una bella dormita, in anticipo di quasi un’ora rispetto alla sveglia prevista. Sfrutto l’occasione per andare in bagno in santa pace e farmi una doccia terapeutica, alternando acqua calda e acqua fredda (e da queste parti è gelida, tipo torrente di montagna). L’idea è di partire in tempo per evitare code al traforo del San Bernardo.

In Val D’Aosta la pressione dell’acqua non è un problema. La doccia ha un getto così forte che bisogna usarlo con cautela, può causare dolore fisico: ci si potrebbe lavare l’auto, tipo lancia.

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