3 voli, 4 aeroporti e 24 ore senza notte

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Suona la sveglia alle 3.30. In pratica non ho dormito. Arrivo da Nino alle 4.30, puntuale. E ho quella strana sensazione di essermi dimenticato qualcosa a casa.

Partiamo a piedi nella notte, con le valigie al seguito, fino al Castello Estense. Per strada incontriamo una coppia che ha avuto la nostra stessa idea. Alle 5.00 iniziamo il viaggio in navetta Ferrara – Aeroporto Marconi. Fatto il check in, facciamo colazione e andiamo al gate.

L’aereo (Fokker 100) ci sbarca a Vienna alle 9.15. Il tempo di raggiungere il nuovo gate e ci imbarchiamo per New York. Sono solo le 10.45 e siamo già provati. Dobbiamo resistere fino alle 8.00 del giorno dopo.

Il volo attraverso l’oceano è un misto fra tanti piccoli pasti, qualche film, poche dormite e il culo a tarallo.

Sistemo la musica sull’ipod per la parte “on the road” che dovrà venire.

Per attraversare la frontiera impieghiamo quasi 2 ore. Tocchiamo il suolo USA. Prendiamo le valigie e pasteggiamo (o ceniamo?) con un hamburger.

Mary, una ragazza di ritorno da una vacanza con i genitori in Islanda ci racconta un po’ di lei, mentre siamo in coda per il check in. Attacca bottone facendo apprezzamenti sul mio borsello di canapa.

Sono le 23.00 ore italiane quando ci sediamo al gate 20 del terminal 5 per attendere l’ultimo volo di questo giorno senza notte. Per un istante, mentre chiacchieriamo, mi rendo conto che non so più se siamo a NY o già arrivati a San Francisco; i neuroni iniziano a cedere.

Sul volo, durato altre 6 ore e mezza, riesco ad addormentarmi, mentre la mia vicina di posto, Althia, di ritorno da due mesi di lavoro in una fattoria del Maine, disegna su un grosso quaderno bianco, figure di donna e simboli alchemici, fra liste di cose da fare. Mi da qualche suggerimento per i due giorni a Frisco. Mi guardo un film, poi crollo e mi rimetto a dormire sulla musica dei Sigur Ròs. Ora, mentre scrivo, sono le 05.21 della domenica, in Italia. Arriveremo a destinazione alle 21.30 del Sabato. Dall’aereo mi gusto il tramonto sullo Utah.

Arrivati in hotel mangiamo delle ali di pollo seduti al bancone: non si affrontano. Meglio la birra Anchor Steam.

Domani andiamo a prendere l’auto.

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