Mi sveglio di traverso. Non ne ho mezza di ascoltare i miei e compagnia bella. E’ giusto che faccia quello che voglio, a costo di tirare troppo la corda. In fondo sono o non sono un bambino con tutti i suoi diritti, di espressione, di decidere della sua vita, di scegliere il suo destino? Forse è perché non sono riuscito a sconfiggere il maligno.
Il mare oggi è pieno di roba rossa, non molto ganzo. Però il mio babbo mi fa divertire un totale facendomi cavalcare le onde.
Per trovare l’acqua più pulita ci spostiamo un pò dal nostro posto. Ad un certo punto un uomo vestito di rosso sembra volerci mandare via, papà sistema la cosa e rimaniamo a giocare. Io non capisco. Credevo che il mare fosse di tutti, invece pare che nel mondo dei grandi bisogna chiedere permesso a qualcuno.
Nel frattempo io mi riempio di sabbia anche nell’anima.
Nel pomeriggio sfioro la tragedia. Dico al babbo che voglio buttare via nel pattume la carta del biscotto, ma quando arrivo al pattume butto per errore il biscotto. Cerco di ripescarlo, ma papà mi blocca. Terrore. Disperazione. Per fortuna il babbo è in buona e me lo ricompra.
A cena, invece, gli do del filo da torcere, al babbo. Chiedo un’albicocca mentre gioco in giardino, dopo cena, e mi dice che le hanno tutte portate via. Entro nella sala dove si mangia, raggiungo la zona frutta, prendo un’albicocca ed esco in giardino gridando: “Ecco!”. Credeva di farmela. Non capisco perché mamma e papà hanno le lacrime e ridono.
Dopo cena mi esibisco in un balletto di Shout allo specchio così credibile che mi viene da ridere da solo. Poi prendiamo la macchina, chiedo se andiamo a vedere ancora i fuochi d’artificio, come ieri sera (ganzissimi!) e mi dicono di sì, ma alla prima curva torno narcolettico.
Non saprò mai se mi hanno preso in giro e compagnia bella.
Bello!
Grazie!!
Belle descrizioni di giorni in spiaggia, bravo!!
Grazie Valeria!