Dopo il check out, passiamo a prendere Leo per andare insieme ad un colloquio di lavoro presso una società di formazione, in un paese vicino a Trento (‘che qui non stiamo mica a smacchiare le bambole col giaguaro): nel nostro lavoro siamo sempre in vacanza e non siamo mai in vacanza.
Per il pranzo ci spostiamo sul lago di Molveno, le Maldive del Trentino: momento “remember” dell’Ale che passava le vacanze quando era piccola, con i nonni, in campeggio.
Passeggiamo sulla riva di sassi bianchi e prati di erba all’inglese, pettinati dalla brezza tiepida e occupati da famiglie che prendono il sole, fiancheggiando le acque azzurre e fredde, mentre sopra le nostre teste piroettano e scendono con acrobazie dei parapendii.
Il paesaggio è bellissimo e mi sorprende. Mi ricorda Torbole, sul lago di Garda.
Pranziamo anche oggi con una pizza condivisa, da Pizzico, prendiamo un caffè sulla terrazza di un hotel che si affaccia sulla valle, riportiamo Leo alla macchina, lo salutiamo e prendiamo la Modena Brennero, tornando a rotolare verso Nord.
Durante la sosta in autogrill, dove cambiamo un Gratta e Vinci per 15 euro con i quali acquistiamo la vignetta austriaca, il termometro dell’auto segna 35 gradi: alla faccia della vacanza al fresco.
Percorriamo il passo del Brennero, mentre la valle si stringe e mette in mostra le ordinate terrazze di vigne e gli alti campanili dai tetti rossi , che spuntano in mezzo ai paesini, come punte di matite appena temperate.
L’Austria ci accoglie con odore di stallatico e il limite dei 110, con punte di 80.
Raggiungiamo il nostro alloggio a Fulpmes, 20 km a sud di Innsbruck, dispersi fra i monti austriaci. Sembra che Heidi possa sbucare fuori da un momento all’altro, con Peter e Nuvola.
Dal terrazzo della stanza, mentre pulisco gli obiettivi della mia Canon, dialogo con quattro “capre” (che si riveleranno poi camosci) che mi osservano e belano mentre brucano l’erba del pascolo di fronte e mi sovviene Sgarbi.
La serata la passiamo fra le case colorate dell’elegante centro storico di Innsbruck, cenando allo Stiftskeller: polpetta al formaggio, gnocchetti austriaci, canederli. Lo strudel arriva col boccaglio: l’hanno annegato in una crema di vaniglia gialla e non riesce a respirare. Una cena leggera.
Magari domani provo ad infilarci una corsettina fra le vacche.