Ieri ho postato un testo di una canzone di Elton, sul viaggio, che non ha eseguito al concerto di venerdì a Mantova, oggi una che invece ha cantato: un suo grande classico, che parla di viaggi nello spazio, composta, come fecero molti altri artisti di quel tempo, negli anni in cui America e Russia facevano a gara a chi andava più lontano.
Taupin (il paroliere di Elton) ebbe l’ispirazione per il testo durante un viaggio in macchina: pensa ad un nuovo mondo iper-tecnologico in un immaginario quanto lontano futuro.
Quando ero piccolo sognavo di fare l’astronauta, come molti altri bambini. E come molti di loro non ho realizzato quel sogno. Non mi rimane che continuare a sognare.
ROCKET MAN
“Lei ha preparato le mie valigie ieri sera
Prima del volo
Ora di partenza, nove di mattina
A quell’ora volerò alto come un aquilone.
La terra mi manca tanto
Mi manca mia moglie
Che senso di solitudine essere fuori nello spazio
in questo volo senza tempo
E credo che passerà molto tempo
Prima che l’atterraggio
mi persuada di nuovo
Che non sono l’uomo
Che mi si crede a casa
Oh no, no, no
Sono l’uomo razzo
Un uomo razzo che se ne sta qui in alto tutto solo a fondere
Marte non è il posto adatto
per allevare i figli
È maledettamente freddo.
Se anche lo facessi,
non c’è nessun altro che li allevi
E tutta questa scienza
Non la capisco
Per me è solo il mio lavoro
Per cinque giorni a settimana
Essere un uomo razzo, un uomo razzo
E penso che lo sarò per lungo lungo tempo … “
Elton John