La mattina parte complicata. Sono nervoso e agitato ed esprimo il mio disgusto alle situazioni che mi si presentano con assidua frequenza. Ho bisogno di comunicare al mondo il mio disappunto. Andiamo al mare, ma non faccio il bagno, troppe onde e io ho freddo, non c’è molto sole. Ma il peggio arriva dopo pranzo.

E’ arrivata l’ora del sonnellino, ma non ho il ciuccio. Di tre ciucci non ne è avanzato neanche uno. Ad un certo punto il Matusa esce di casa e dopo un po’ rientra con 5 ciucci, tutti diversi e tutti diversi dal mio. Ovviamente mi rifiuto di scendere a compromessi con l’unico attrezzo che ho per scaricare lo stress. E attacco a disperarmi.

Il Matusa mi porta in passeggino e riesce a farmi addormentare dopo lunghe pene, in strada. Nel mentre, prova a mettermi un ciuccio falso, ma non gliela do vinta, nemmeno mentre dormo.

Quando mi sveglio la crisi diplomatica è finita, la guerra fredda anche. Non so come, ma è tornato il mio ciuccio originale. Il vecchio dice che è stato un certo signor destino a farmelo avere, ma non ho capito.

Che sia latte o che sia uovo, la notizia di oggi è che mi sono ritrovato in questo posto lontano da casa la Nina e i suoi genitori. Roba da matti. Chissà se anche loro ci hanno messo tuto il nostro tempo ad arrivare. Se anche la Nina non aveva capito dove la stavano portando, se anche lei non aveva capito i termini del contratto. Io ci ho messo un bel po’ a intendere che saremmo arrivati in un altro bel po’ di tempo.

Comunque la vedo serena, mi offre anche i suoi giochi, tipo la pasta rossa e la macchinina con la topa Minnie, Però, alla fine, cerca sempre il mio fratellone, non me.

Questo vacanza potrebbe costarmi molto cara.