
Una cosa è chiara. Con noi vengono anche i nonni e la zia Francesca.
Passiamo la giornata in macchina, che strano. Unica nota positiva è il posto dove mangiano la pappa, vicino ad una rampa che salgo e scendo come se non ci fosse un domani.
Dopo il riposino mi ritrovo in una città davvero strana, con una casa ancora più strana. La casa è senza cucina, una sola camera con tutti i letti.
E la città? Draghi, ragni sui ponti grossi come chicchi d’uva, un castello in alto e un sacco di cani e di barche sul fiume.
Prima di dormire mi gusto un bel concerto in strada chitarra più batteria (anche se il Vecchio sostiene che non sia proprio una batteria, il pignolo).
Non ho ancora capito quanto staremo qui e se mai tornerò a casa.
La mia più grande preoccupazione è la cucina, come farò a mescolare le pentole?







