
Piove. La Danimarca ci saluta con un pizzico di malinconia. Lasciamo la nostra casetta al limitare del bosco con i suoi gnomi, troll e folletti e iniziamo la nostra lunga discesa verso sud, accompagnati dagli ormai insostituibili Simple Plan, il gruppo punk-rock-pop canadese preferito da Frenci e Richi.
Attraversiamo sotto la pioggia le isole danesi di Zelanda, Falster e Lolland e salutiamo i mercatini casalinghi lungo la strada, che da queste parti rendono inutili le piattaforme di vendita dell’usato come Vinted.
Giungiamo al porto di Rødby, dove ci attende il traghetto Scandlines per Puttgarden, nella Germania settentrionale. Arriviamo così presto che ci fanno salire sul traghetto che parte l’ora prima. Qui non si perde tempo.
La mia memoria va inevitabilmente al ritorno sul traghetto, attraverso la Manica, che feci nel 2012, mentre tornavo dal mio viaggio in Scozia con Vancio. Dodici anni che sembrano cento. In questo caso non devo riprendere l’abitudine a guidare sulla destra e scendiamo dal traghetto senza impaccio.
Riprendiamo la strada verso Berlino e la mia memoria, ancora una volta inevitabilmente, ritorna al 2011, quando in senso contrario e un centinaio di chilometri più a sud, io, Nino e Vancio stavamo polverizzando chilometri nel trasferimento dalla capitale tedesca ad Amsterdam, sulla Ford Focus.
Arriviamo a Schwerin, la capitale del Land Meclemburgo-Pomerania Anteriore, che ci ospiterà per la notte. La camera per quattro al Plaza è grande come un appartamento e ha due bagni. Dalla fiabesca casetta degli gnomi nel bosco, passiamo alle comodità dell’hotel business class.
Passeggiamo per il centro, fra sali e scendi, grandi centri commerciali senza uscita, specchi d’acqua con papere e gabbianelle. La città è interessante, ma il tempo è poco. Ceniamo con cotoletta alla viennese e pollo speziato e torniamo in hotel per riposarci.
Il mal di Danimarca inizia a farsi sentire.
DAL DIARIO DI FRENCI

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