Via da Las Vegas

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Il Macallan non causa mal di testa. Mentre scendiamo per il check out, in ascensore, una donna ha in braccio una bambina e con la sinistra tiene un Margarita. Sono le 10.30 del mattino. Siamo a Las Vegas.

Riprendiamo il viaggio. Il deserto rosso e roccioso ci circonda. La strada è come un serpente che prima si arrampica nervoso sui pendii e poi si rilassa in vaste pianure delimitate da alti canyon. Non c’è vegetazione, tranne qualche cespuglio secco.

Non abbiamo fatto colazione e decidiamo di farci un brunch al Last Stop, subito dopo la frontiera dell’Arizona con sandwich di pollo.

Alle 14.48 superiamo il traguardo delle prime 1000 miglia del nostro viaggio, siamo ad una latitudine di 1000 metri e si mette a piovere nel deserto. In radio stazioni di musica country.

Stiamo percorrendo la I 40, parallela alla storica Route 66.

Gli Eagles ci accompagnano mentre il paesaggio si fa meno aspro e si scorgono le prime vacche a pascolare. Fulmini all’orizzonte ci avvisano che la pioggia non è finita.

Proseguiamo con Ben Harper mentre tutto si fa verde e arrivano le prime conifere. Passiamo ad una cinquantina di miglia dal Grand Canyon. I prati si riempiono di fiori gialli.

Ricomincia a piovere di brutto mentre attraversiamo il National Guard Camp Navajo. Raggiungiamo la quota di 2100 metri a Flagstaff. Fa fresco.

E come sono comparsi, improvvisamente gli alberi spariscono di nuovo e l’erba si tinge di giallo. Entriamo nella prateria. La radio, a poche miglia da Winslow, ci da il benvenuto con Take it easy come se sapesse del nostro arrivo.

In un area di sosta, un cartello ci avvisa di non avventurarci sulle rosse rocce, per evitare problematici incontri con serpenti e insetti velenosi. Esce l’arcobaleno.

Gli ultimi chilometri sono uno spettacolo rosso in mezzo ai canyon e riserve indiane.

Ci siamo mangiati tutta l’Arizona. Il New Messico ci mangia un’ora. Altro fuso orario.

Conquistiamo l’hotel alle 20.30 ore locali. Ceniamo con una New York Steak da 16 oz al Badlands Grill e ci beviamo un Jack al Sammy C’s mentre ascoltiamo gli eredi dei gloriosi pellerossa cantare al karaoke Rock the casbah. Mentre torniamo in hotel, lungo la Route 66, la radio trasmette musica navajo. Finalmente siamo nel far west.

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