“E qui per la prima volta nella mia vita vidi il mio adorato fiume, il Mississippi, asciutto nella caligine estiva, l’acqua bassa, con quel suo forte ricco odore che è lo stesso del crudo corpo dell’America perché la lava tutta.” (Jack Kerouac, On the Road, pg. 33)
Partiamo alle 9.20 fra sangue, sudore e lacrime. Poi passiamo ai Chicago. Un’ora dopo siamo già in Louisiana. Prendiamo la I49 e ci dirigiamo verso il profondo sud per 200 miglia.
Il territorio si riempie di vegetazione sempre più rigogliosa. La strada taglia a metà una vera e propria foresta di conifere e latifoglie. Poi si apre una piana con coltivazioni di cereali e stagni pieni di ninfee.
Pranziamo con una fetta di torta della Louisiana e caffè.
Mentre guido, penso che gli americani debbano soffrire di un difetto interpretativo: confondono la quantità per la qualità. Per loro tanto equivale a buono.
Ci introduciamo in una zona lacustre e paludosa, con molti fiumi e laghi. La strada è poggiata su colonne che affondano nell’acqua per miglia e miglia. Cartelli pubblicitari invitano ad assaggiare il pescegatto. Ci fermiamo ad un distributore per fare il pieno. Solo a Ferrara si sente la stessa umidità. Ci sentiamo un po’ a casa.
La pioggia inizia a cadere e ci accompagna fino a New Orleans. Prendiamo possesso della camera. L’hotel è molto bello ed è situato proprio di fronte al Luois Armstrong Park, nel quartiere francese.
Ci prepariamo e usciamo. Sono le 18.00. Piove ancora. Compriamo un ombrello in un piccolo negozio in Bourbon Street, la via principale. Poi ci dirigiamo verso il Mississippi per fare delle foto ai battelli old style.
Ceniamo a base di ottimo pesce al Royal House Oyster Bar. Poi ci buttiamo nella notte, entrando e uscendo dai locali in cui suonano ogni tipo di musica, dal rock, al jazz, al bebop, al funky, al country. In strada suoni e stili musicali si confondono insieme alle mille luci al neon dei locali. Ci sediamo anche al Music Legendary Park. Un quartetto ci suona Georgia on my mind. Commossi. Per un attimo ci sentiamo Dean e Jack quando, ascoltando musica jazz durante le loro scorribande, cercavano “quella cosa”.
Al Pat O’Brian confusi dall’hurricane impezziamo nel modo più becero (richiesta di foto) Melissa e Jackie, due ragazze del Connecticut che fanno il nostro viaggio al contrario, da New York a San Diego, ma per cambiare vita. Passiamo la serata insieme fuori e dentro i locali.
Rientriamo in hotel a tarda notte “provati”, New Orleans ci ha lasciato un ottimo sapore in bocca, l’hurricane un pò meno. Domani si parte per il mare.