Apriamo le tende e c’è il sole. Come aveva previsto Joe.
Joe ha sempre ragione.
Facciamo colazione all’americana, con due uova, pancetta, salsicce, toast con burro e marmellata, caffè e succo d’arancia da Grabby’s Bar & Grill, sul lungo mare, in prossimità della spiaggia bianca. Poi raggiungiamo il bagnasciuga e percorriamo un paio di chilometri a nord (per smaltire il migliaio di calorie acquisito), fino a North Beach, la parte della spiaggia più selvaggia e senza servizi e turisti.
Entriamo in acqua. Ci potremmo cuocere la pasta. Attorno a noi decine e decine di uccelli di diverse tipologie si buttano in picchiata per cercare il loro pranzo. Noi lo saltiamo. Ci spiaggiamo tipo leoni marini per un po’. Poi ritorniamo in mezzo ai turisti.
Verso le 15.00 il cielo inizia a coprirsi, come aveva detto Joe. Il tempo di ritornare al motel ed inizia a piovere sul serio. Mi viene l’idea di farmi un bagno in piscina, mentre piove. Chiedo a Joe, che gira avanti e indietro. Mi dice, pensieroso, che dovrei stare attento ai fulmini. Poi apre una applicazione sul cellulare e mi conferma che sono a 5 miglia ed è considerata una distanza di rischio 10 miglia. Circa trenta secondi dopo iniziano a sentirsi i tuoni.
Joe ha sempre ragione.
La pioggia continua fortissima per quasi due ore. Rimaniamo in stanza a riposare e a fare foto. Usciamo per cena. Andiamo al Frenchy’s Rockaway Grill. Ancora pesce. Osserviamo gli altri astanti e ci rendiamo conto di essere gli unici a mangiare del pesce cotto alla griglia con lentezza, mentre chi ci sta intorno si strafoga di pesce fritto e french fries. Qua sono sempre in modalità fast food.
C’è un altro gruppo che suona. Chitarra, basso-contrabbasso e sax, batteria e voce. Fanno rock. Si chiamano Sweet Spot e sono davvero gagliardi. Ci ascoltiamo un’oretta di buon Rock & Roll misto a Funky. Poi la giornata di mare prende il sopravvento e ce ne torniamo a letto sfatti.
Domani raggiungiamo Miami per concludere il #CoastToCoast.