“Non lasciare tracce che il vento non possa cancellare, non adagiarti sui passi compiuti, non lasciarti trattenere, divaga per altri sentieri, rimettiti  in cammino per cercare ancora.“

– Bruce Chatwin –

Partiamo alle 7.28, con i canonici 5 minuti di ritardo, sulla tratta Ferrara-Bologna. Durante il viaggio dissertiamo di pianoforti e clavicembali. Arriviamo alle 8.17 a Bologna e ci dirigiamo verso l’autostazione. Primo inghippo (che vi ho raccontato nel post “Con TPer #tiperdi“).

Al caffè Rinaldi impariamo quanto è buono l’orzo con la scorzetta di arancia. Alle 10 partiamo con l’autobus da piazza Cavour e arriviamo a Castel dell’Alpi alle 11.30, dopo un’ora rispetto ai piani, e in una località fuori dal percorso.

Iniziamo a camminare con il gruppo di ragazzi che ci ha dato la dritta in autostazione. Ci perdiamo. Ma dura poco. Siamo sul pezzo. Recupero un bastone per camminare meglio.

C’è fango dappertutto. Sembra di essere nel Viet-fottuto-nam. Facciamo pausa pranzo con granaglie e formaggio. Molliamo il gruppo, abbiamo passi diversi.

Inizia a piovere, ma gli alberi ci proteggono. Camminiamo dentro boschi e boschi di faggi.

Capiamo di essere alla Futa quando sentiamo il rombo delle moto. Ci facciamo una pausa al Bar sulla curva. Mancano 30 minuti. Abbiamo camminato circa 6 ore. L’ultima ora e mezza aprono i rubinetti dal cielo. Arriviamo al Camping il Sergente alle 18.30 circa.

Ci facciamo una doccia e innaffiamo un’ottima cena con del buon rosso parlando di politica e giocando a trionfo.

Domani altri 20 km.