“Non ti affrettare, il buon camminatore arriva.”
– Invito dei faraoni egizi –
La giornata più lunga. La sveglia è sempre alle 7, ma il bagno in camera non permette attività in parallelo e riusciamo a partire solo alle 9.
La giornata è nuvolosa, ma abbastanza secca, i sentieri e le cavedagne dolci e puliti. Una passeggiata in confronto a ieri, ma 5 km in più rispetto ai 20 di ieri.
Facciamo pausa pranzo a Monte Senario, nel bar interno al convento, a base di finocchiona e vino rosso.
I frati del convento producono ottimi liquori alle erbe fra cui la gemma d’abeto, che decidiamo di assaggare. Al bancone Cinzia domanda ai baristi se esistano ancora i frati e dove siano. I baristi le rispondono che ne ha due davanti agli occhi.
Sulla strada per Fiesole facciamo una lunga chiacchierata con Mauro, settantenne arzillo e simpatico.
La salita a Poggio Pratone è una delle più critiche dei tre giorni.
Arriviamo a Fiesole alle 20, ultima tappa della Via degli Dei. Siamo troppo stanchi per festeggiare. Prendiamo l’autobus numero 7 che ci porta a Firenze. Arriviamo troppo tardi per premiarci con una fiorentina.
Ora siamo sulla navetta che ci porta all’aeroporto Marconi di Bologna. A fianco a me c’è il bastone che mi ha sorretto per tre lunghi giorni, raccolto Venerdì in un bosco.
Non dorme ancora nessuno. Ma c’è tempo. Saremo a Ferrara non prima dell’1.15.