A Porto gabbiani e cani fanno un accordo per svegliarci presto. Mi alzo per portare la macchina in un parcheggio vicino al nostro alloggio, perché in strada può rimanere un massimo di due ore al giorno. Il posteggiatore di Invicta (nome del parcheggio ed epiteto associato alla città per le gesta eroiche dei sui abitanti contro gli invasori che tentarono di occuparla) è stranamente preoccupato: non sa dove mettere la mia macchina, fra le decine di posti liberi. Gli lascio le chiavi.
Passeggiamo per il centro della città tutta la mattina, concedendoci due colazioni, la prima in un bar vicino alla stazione della metropolitana di Trinidade e la seconda, su consiglio della guida, per assaggiare la buonissima pasteis de nata da Padeirinha Doce. I palazzi sono storti, a volte decadenti, a volte bellissimi, ricoperti di azulejos colorati. Le insegne della Super Bock sono ad ogni angolo. A volte sembra di passeggiare per strade di Parigi, fra palazzi eleganti e piazze spaziose piene di tavolini dei Cafè, a volte per strade di Londra con le sue cabine del telefono rosse in disuso, a volte per le strade di una vecchia città decadente, guerriera e piena di cicatrici.
Entriamo in una vecchia libreria polverosa che mi ricorda quella di Sebastian, prima di iniziare la sua avventura. Poi passiamo a fare la degustazione di porto gratuita all’Instituto do Vinho do Porto, ma alla fine ci chiedono 5 euro.
Attraversiamo il ponte sul fiume Douro, la parte alta, stringendoci forte alla ringhiera e andiamo dalla parte delle cantine. Visitiamo Calem e pranziamo con una leggerissima francesinha. I locali di Porto sono pieni di wifi che non funzionano. Mentre torniamo in camera, dei ragazzini si tuffano nel fiume dal ponte, per attirare turisti e chiedere delle piccole donazioni.
Dopo esserci presi alcune ore per prenotare le camere dei prossimi giorni e riposarci un po’ in camera dal ripido saliscendi, usciamo per cena. Assaporiamo un po’ di petiscos alla Casa do Carmo, bevendo vinho branco della Quinta de Devesa. Il parcheggiatore abusivo che controlla la stradina occupata dai tavolini dei ristoranti assomiglia in modo impressionante al DJ Angelo.
Chiudiamo la serata al Porto Tonico con cocktail a base di Porto e musica a palla.