Arriviamo in Franciacorta verso le 14.00, il tempo di un piatto di pasta e un calice, ovviamente, di spumante (Cavalleri, Blanc de Blancs) e ci dirigiamo alla volta della cantina Cà del Bosco.
Entriamo nella tenuta attraverso il cancello “Sole” di Pomodoro e ci iscriviamo alla prima visita della cantina con degustazione disponibile: Annamaria Clementi, la miglior bottiglia che hanno.
Impariamo che Franciacorta ha origine da Corti Franche (franche dalle tasse, paradisi fiscali del Medio Evo, risultato raggiunto dai monaci del territorio che hanno così impedito l’esodo degli abitanti verso la Pianura Padana, più fertile e comoda da coltivare).
La storia suggestiva di Ca’ del Bosco ha le sue origini a metà degli anni Sessanta, quando Annamaria Clementi (la mamma dal fondatore Maurizio Zanella) acquista a Erbusco, in Franciacorta, una piccola casa in collina, chiamata localmente “Ca’ del bosc”, immersa in un fitto bosco.
Cà del Bosco è una della poche cantine che lava l’uva prima della pigiatura, per garantire una minor quantità di solfiti (40/60 mg/l, nettamente inferiore al limite di 180 mg/l permesso dalla legge).
Un aneddoto simpatico: il Carmenére è un vitigno originario del bordolese, che fu venduto alla cantina Cà del Bosco come Cabernet franc. Pur avendo dei tratti organolettici in comune, è un vitigno assai diverso: molto più intenso e speziato. Nonostante la “fregatura”, Zanella decise di salvaguardare questo vitigno ed è uno dei pochi casi di vino 100% Carmenére. Sull’etichetta è presente un lupo con la pelle di agnello.
Il calice di Cà del Bosco Annamaria Clementi 2006: al naso sentori di tostature, nocciola e crema, un fruttato tipico dello Chardonnay; in bocca è fresca, con tonalità agrumate .
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