Che poi io al massimo so cosa è uno scampo, ma gli scampoli mi mancano. Comunque, la sveglia non è delle migliori. Anche se mi sparo un dritto senza latte delle 23 (il mare fa davvero miracoli) fino alle 08.15, la zia torna a casa, con Pi e Aida, lasciandomi in mano ai miei vecchi, c’è brutto tempo e io sono intrattabile. Dev’essere lo stress da vacanza.

I miei decidono di andare a Viareggio, non ho capito se è un loro amico o un parente. Anche perché me la dormo un po’ e perdo il filo. Mi risveglio in un mercato, peggio di quello di Piazza Travaglio del Lunedì. Non c’è molto di buono, neanche per mia mamma.

Alla fine torniamo alla base. E sonnellino a parte, non è accaduto gran che. Anzi, la notizia è che io non voglio dormire e faccio di tutto per non farlo.

Il top lo raggiungiamo al mio risveglio. Mi portano in spiaggia. Il babbo si ostina a cavalcare le onde con la pancia, che in effetti ha una buona portanza, ma fa ridere. Poi perde il senno perché vede un paio di ragazzi che vanno in acqua con la tavola. Si lamenta di non averla per il tempo che serve a un bimbo di due giorni a completare la poppata. Questi adulti non conoscono le priorità.

Mi fa guardare quelli che sono in acqua al tramonto a prendere onde. Io rimango di stucco e simulo la posizione e compagnia bella. Magari un giorno ci provo, pare ganzo.

A cena cerco di sfruttare l’occasione della vicinanza, per vendere i miei giochi ad una signora distinta. Nonostante la mia forbita eloquenza, non ci casca.

Dopo cena, al termine di una crisi epocale per non farmi cambiare il pannolino e non lavarmi i denti, la prendo persa e concedo loro di portarmi a fare un giro fuori porta, ma non arrivo sveglio a destinazione. Impaccato. Chissà cosa mi sono perso.

Alla prossima gente.

Che il viaggio sia con voi.