Che poi io al massimo so cosa è uno scampo, ma gli scampoli mi mancano. Comunque, la sveglia non è delle migliori. Anche se mi sparo un dritto senza latte delle 23 (il mare fa davvero miracoli) fino alle 08.15, la zia torna a casa, con Pi e Aida, lasciandomi in mano ai miei vecchi, c’è brutto tempo e io sono intrattabile. Dev’essere lo stress da vacanza.
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Il mare è di tutti
Mi sveglio di traverso. Non ne ho mezza di ascoltare i miei e compagnia bella. E’ giusto che faccia quello che voglio, a costo di tirare troppo la corda. In fondo sono o non sono un bambino con tutti i suoi diritti, di espressione, di decidere della sua vita, di scegliere il suo destino? Forse è perché non sono riuscito a sconfiggere il maligno.
Alfabeto esplosivo
Quello che non sopporto di questa vacanza è l’intervallo di tempo tra il mio risveglio mattutino e il latte. E’ sempre troppo lungo, mentre a casa sono abituato che mi arriva in qualche minuto, senza nemmeno protestare tanto. Qua addirittura devo berlo in una sala con un sacco di gente e la cosa mi sta stretta.
Maledetta narcolessia
Mi sveglio tardi, che botta di sonno! Mi rendo subito conto che la sera prima sono svenuto al secondo semaforo, lungo il tragitto percorso dai miei per portarmi a vedere per la seconda volta la mia band preferita al Pub Jamaica. Questa cosa che svengo non riesco a gestirla bene. Ci provo a rimanere sveglio, ma poi ho dei vuoti. Non ricordo. E mi ritrovo la mattina a chiedermi cosa è accaduto.
Le panchine
“Le panchine custodiscono migliaia di storie meravigliose, ricordi di mani che si cercano, promesse mai mantenute, baci improvvisi.