I bulletti teutonici

Sono diventato ufficialmente un fan dei Negrita: non sono sicuro che i vecchi siano entusiasti di ciò, ma, di fatto, una richiesta al giorno di Mamma Maè è d’obbligo ormai.

Appena arrivo in spiaggia, quella grande piena di sabbia, noto subito un cantiere gestito da improvvisati costruttori di opere idrauliche. Scavano, spostano e riempiono i canali di acqua del mare con i secchielli e compagnia bella. Io, prima valuto se entrare come capo cantiere e organizzare tutto quel caos, poi sento che fa più parte della mia natura rilassarmi e divertirmi come un giullare e ci sguazzo dentro, saltando e distruggendo gli argini. Il babbo dice che sono operosi teutonici e io un creativo italiano e questa scena rappresenta un conflitto internazionale vecchio come il mondo. Quelli del cantiere non sono contenti dei miei interventi spensierati, ma lasciano correre, anche perché mi faccio presto distrarre dai gonfiabili al largo e intimo al babbo di portarmici. Lui opta oggi per il mezzo di trasporto a gommoncino, mi spara a velocità velocissima e io mi tengo alle maniglie, disteso, sembro un razzo.

Poi mi porta alle boe, io tipo koala dietro le spalle e lui nuota. Sparo due colpi di pistola ad acqua alla mamma ed è subito pranzo: mangio risotto con seppie, nero, e faccio le linguacce colorate ai vecchi.

Dopo il pisolo in spiaggia, trascorro il pomeriggio sereno a giocare con gli elementi, fino a quando noto la riapertura del cantiere idraulico della mattina. C’è un nuovo caposquadra davvero brutale che tratta gli operai come fossero le ruote del passeggino, vergognoso; ma io me ne frego e inizio a saltellare serenamente fra dighe e argini artificiali, come al mattino, sguazzando tutti, mamme comprese. Il caposquadra non apprezza e mi dice in modo molto sgarbato di smetterla, in una lingua dura e sconosciuta, ma ben comprensibile.

Io rimango fermo, come bloccato, per un pò, mentre tutti mi girano intorno come se non esistessi, accecati dai loro piani di costruzione dell’opera idraulica del secolo. Ci rimango male, dopotutto mi stavo solo divertendo, è vietato? Poi arriva il babbo, e inizia a saltare proprio dove il teutonico mi aveva redarguito, dentro un laghetto artificiale grandissimo che mi piaceva tanto: mi scappa un sorriso e ricomincio anche io con il benestare anche del capocantiere che con l’arrivo del babbo si è fatto amichevole. Lui dice che è un bullo, ma non credo di avere capito. Quando la squadra del cantiere se ne va, nel tardo pomeriggio, aiuto il babbo a devastare qualche argine, così per la sicurezza dei passanti, dice lui.

Chiudo in bellezza la serata al luna park, sette giri, SETTE! Da favola. Cerco di far vomitare la mamma sugli aerei due volte, ma senza esito positivo.

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