
E’ quanto suggerisco a Frenci da tre giorni a questa parte, come un mantra.
“Non è finita…”
“…finché non è finita.”
L’ha imparata.
Prendiamo in prestito le bici, un ombrellone e due lettini per la mattinata, subito dopo il check out. Vogliamo salutare il mare, l’ultima volta.
Bibione Beach ci saluta con l’acqua più trasparente di sempre e pesci che ci salutano le caviglie, mentre camminiamo nella bassa marea.
Pranziamo in spiaggia.
Due tedeschi si siedono vicino a noi, negli unici posti vietati da protocollo COVID della panca e sfumazzano sereni in faccia all’Ale le loro sigarette, a ulteriore testimonianza che l’inciviltà è distribuita in modo uniforme nella popolazione mondiale, soprattutto quando vanno a casa di altri.
Ultimo pasticcino e caffè da Aroma e poi via, verso nuove mirabolanti avventure.
A casa.
In macchina, Frenci e Ale dormono beati. Io penso alla vacanza ascoltando Ben Harper.
Ammetto che sia stata una vacanza stanziale (ci siamo spostati con un raggio di seicento metri dal nostro bungalow per otto giorni), ma penso che l’avventura sia negli occhi di chi guarda e che, se prendo in prestito quelli di Francesco, l’avventura sia dappertutto.
Le avventure stanno anche nelle cose di tutti i giorni, non è necessario visitare paesi esotici, o forse me la sto raccontando.
Ad ogni modo la prossima volta voglio macinare almeno tremila chilometri.
Yogi Berra, grande citazione 🙂
non lo conoscevo, grazie. I casi sono due, o l’ho letta in giro e riproposta a mia insaputa o mi sta parlando da un’altra dimensione 😉
Ahah, ma no, penso venga usata un po’ ovunque, conosco Berra perché seguo il baseball. Ma mi affascina l’idea dell’oltretomba.
È una frase bellissima, ti permette di focalizzarti sul qui e ora.
Vero, inutile perdersi in mirabolanti congetture, i tuoi articoli ne sono un bell’esempio.
Ti ringrazio