Il bicchiere mezzo pieno

Iniziamo la giornata con un video auguri di Frenci su Whatsapp a Nicola, in arte Trifolacci, sì, perché il 14 non è solo la vigilia del ferragosto, ma anche il compleanno di mio cugino.

A mio cuggino.

Oggi il mare è il meglio della vacanza. Onde lunghe e dolci, che cercano di fare timidi piccoli tubi. E’ l’ultimo giorno e ci fa un bel regalo.

Purtroppo la tavola ci abbandona, a causa della mia stazza, non troppo adeguata al natante: si spezza in due la struttura di polistirolo e si trasforma in sdraio. Anche Frenci, ad un certo punto, la snobba e preferisce tirare pugni alle onde, che tentare di cavalcarle con quell’asse da stiro.

Gliene prometto una nuova, appena possibile. Lui ne vuole una nuova per sé, una per me e una per la mamma.

Pranziamo in spiaggia e decidiamo di saltare la pausa di mezza giornata in Resort. E’ prevista pioggia nel pomeriggio.

Dopo pranzo le prime avvisaglie: tuoni a distanza e nuvole da sud-ovest. Ma restiamo positivi. Tentiamo di addormentare Frenci sul lettino, sotto l’ombrellone: ci prende in giro per una buona ora.

Allora optiamo per ultimo bagno e poi a casa.

Nel tragitto tra l’ombrellone e il bagnasciuga, noto nubi a pecorelle e il mare che sembra olio.

Il mio fiuto da vecchio lupo di mare non ha dubbi: c’è aria di tempesta. Anche il meteo è d’accordo.

Tratto con Frenci per farlo uscire dall’acqua il prima possibile, raccogliamo tutto, prendiamo le bici e scappiamo verso il Resort.

Il tempo di una doccia e parte la rumba. Un vento da vecchio testamento (come direbbe Gosh, un mio compagno di classe) distribuisce uniformemente i nostri panni prima appesi sullo stendino e i giochi da mare per le stradine e i giardini dei bungalow vicini.

Li recuperiamo, mentre Frenci, pacifico, si fa scorpacciate di cartoni in TV. L’ha presa benissimo.

Poi piove.

Non ci resta che temporeggiare, sistemare per la partenza e andare a saldare i conti.

Ceniamo per la terza e ultima volta all’ottimo “Aroma“, un ristorante e pasticceria dai piatti davvero interessanti, a poche centinaia di metri dal Resort.

Finisco di scrivere di questa (non) avventura, che porterò sempre nel cuore, sulla veranda del nostro bungalow, come ogni sera, sul comodo divano, con un maglione addosso per la frescura, spizzicando un pò di uva e delle mandorle, mentre Ale legge il suo romanzo, Frenci dorme nel suo letto, una zanzara mi fa dannare e un risciò passa in lontananza portando a zonzo quattro giovani ragazzi che stonano “una canzone d’amore” degli 883.

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