Un tufo nel passato (*)

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(*) Il titolo l’ha creato Riccio detto Ciccio.

Verso le 9.00 ci presentiamo nella sala colazioni per scofanarci torte, latte appena munto, bruschette, yogurt e marmellate, ricotte e caciotte: tutto rigorosamente fatto nell’azienda agricola dell’agriturismo. Prima di uscire mi metto la crema solare sulla pelata: oggi picchia. La prima tappa della giornata è Sovana, piccolo borgo costruito sulla cima di una collina di tufo. Dal VII al III secolo avanti Cristo fu un fiorente centro etrusco; di questo periodo è la importante necropoli etrusca con la sua tomba “regina” chiamata Tomba Ildebranda a forma di tempio greco. Tutto il territorio è di origine vulcanica ed è frastagliato da enormi speroni tufacei intagliati da numerosi vani rupestri, un tempo abitati ed ancora oggi impiegati come magazzini o ricovero per attrezzi agricoli.

Dopo il paesello e la visita alla piccola chiesa, ci richiamo presso la necropoli, importante testimonianza degli Etruschi, una delle antiche popolazioni per me più affascinanti, per la forte connotazione matriarcale ed il rapporto con il “sacro”. Passiamo di tomba in tomba, attraverso boschi, sentieri, nicchie e vialoni scavati in alte pareti di tufo.

Verso le 15.00 riprendiamo la strada verso Saturnia e ci dirigiamo alle terme naturali chiamate “Le cascatelle” o Cascate del Mulino. Ci mangiamo una caprese al bar e poi ci immergiamo nelle calde acque che scorrono dentro e fuori grandi vasconi naturali di roccia bianca e levigata. Insieme a noi decine e decine di persone si godono i benefici dell’acqua termale e fanno fanghi con l’argilla. E’ veramente un posto da non perdere, se si passa da queste parti. E, a dirla tutta, anche senza aspettare di passarci, bisognerebbe venirlo a vedere.

La sera la passiamo nell’arroccata Pitigliano, cenando all’Hostaria del Ceccottino a base di panzanella, fiorentina, patate al forno, mousse di ricotta ai frutti di bosco e amaro etrusco. Prima di andare a letto ci perdiamo per i vicoli a fare foto improbabili.

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