Partiamo verso Otranto alle 10.30 circa, lungo rettilinei che tagliano uliveti ordinati, coltivati sulla terra nera, rossa e bianca. Sparse qua e là spuntano le tipiche pajare. Oggi il cielo è meno blu del solito, qualche nuvola ci insegue e l’umidità fa boccheggiare.
Raggiungiamo la piazza che si affaccia sul mare, come una terrazza. Non ho mai visto un porto con l’acqua così trasparente ed i colori che vanno dall’azzurro chiaro al blu intenso.
Ci mangiamo un pasticciotto da Martinucci e, a seguire, sfruttando la proprietà commutativa per cui, invertendo l’ordine degli addendi il risultato non cambia, frisa e purea di fave con polpo al Giro di boa. Nello stesso locale gli Zero Assoluto stanno pranzando con la troupe che sta girando il nuovo video clip, e qualche groupie. L’Ale si strappa i capelli, ma gliene rimangono ancora molti, io non ho più nulla da strappare. Intanto in sottofondo gli Eagles cantano Hotel California e io percepisco “l’abisso”.
Passiamo dalla cattedrale, sul pavimento è rappresentato l’albero della vita che pare abbia significati alchemici segreti. Chiari segnali comunicano che l’entrata è proibita a chi abbia vestiti non adeguati: entra un ragazzo a petto nudo e una signora con una specie di cortissimo baby-doll rosa.
La serata la passiamo alla Sagra del Diavolo, consigliataci da Monica, che ci raggiunge dopo cena. E’ molto carino. Ci rifocilliamo a cous-cous, focaccia e humus, annaffiando il tutto con vino rosso pugliese. Ci sono esposizioni, artisti, scrittori, letture, installazioni, mercatini e bancarelle, un palco su cui dovrebbero suonare, ma inizia un poco a piovere e torniamo a Nociglia. Mentre andiamo a letto, per la seconda volta in due giorni, il paese sta festeggiando il santo patrono a suon di fanfare, nonostante la pioviggine, all’una di notte.
Alle tre ci svegliano i fuochi d’artificio.