Da quando ho visto la più grande piscina del mondo a Ichnusa, quelle piccole, tipo vasca da bagno, non le apprezzo più. La vastità, il sapore salato, la polvere bagnata e le battaglie con le montagne di acqua non sono riproducibili. Se poi l’acqua è gelida e ai bordi ho problemi di stabilità sul bagnato mentre gattono, ecco che la piscina che incontro questa mattina mi piace come farmi cambiare il pannolino. Zero. E allora torno al pugno di ferro e comunico il mio disappunto facendo pipì sul pavimento di casa, poco dopo le pulizie mattutine.
Per il resto la giornata è divertente. Assaggio tutto quello che è sul tavolo dei miei (anche perché le pappe pronte continuo a non sopportarle, godo quando il mio babbo pulisce il cucchiaino succhiando quelle schifezze), saluto per ore la mia bella vicina di camera, ammiro il sole tra le foglie degli alberi e penso che ci vuole davvero poco per essere felici.
Il mio babbo dice sempre che l’ape Tito vien mangiando: qua deve abitare questa ape Tito, perché tutte le volte che ci sediamo a tavola lei arriva con le sue amiche, ma i miei non sono contenti di vederla.
Svengo alle 20 e un grosso CIV.