Oggi ho fatto il bagno fino alle boe, giuro, fino alle boe gialle, quelle lontane. Ma andiamo con ordine. La giornata inizia all’insegna della normalità: biberon di latte caldo, costume e passeggiata fino al caffè in spiaggia.
Non ho voglia di sabbia, voglio stare a tirare i sassi. Prendo confidenza con questi ospiti scomodi che mi fanno cadere e mi fanno paura. Con le mie scarpette non temo neanche gli squali, anche se chiedo sempre al babbo se ci siano o no, così per sicurezza.
Quando facciamo il bagno il babbo mi chiede se voglio andare alle boe, ma gli dico che son troppo lontane, dice che nuota lui per tutti e due. Così gli salgo sul petto, a volte sulla schiena, e lui mi porta alle boe; l’acqua è così alta che non vedo sotto, ma mi piace. A volte è calda, a volte è fredda, dice il babbo che sono le correnti, come dei fiumi dentro al mare, oppure la pipì di qualcuno. Poi ride. Cos’avrà da ridere, non lo so.
Tornati a riva gioco con i sassi e la mamma. Il babbo esce con la maschera e mi fa ripetere la procedura per andare in acqua: sputo sul vetro, lavaggio con le dita, risciacquo, maschera in faccia e boccaglio in bocca. Torna dicendo che ha visto un granchio GIGANTISSIMO e portandomi il solito paguro che io ributto comunque in mare.
Dopo il riposino mi guardo Dino Dana per riprendere confidenza con i dinosauri, dopo lo shock causato dalla puntata di Topo Tip vista ieri.
La sera andiamo a Zara, alle giostrine ganze vicino al tramonto. C’è tanta gente. Mangio una pizza prima di cena e una gelato dopo cena, a cavallo della mangiata di pesce che fanno i vecchi in un ristorante dove c’è un tato che suona, e una stradina perfetta per le mie corse e i miei salti. Vado avanti e indietro tutta la cena, mi spingo anche in una piazzetta da solo, e ogni tanto i vecchi si alzano per vedere dove sono finito.
Torniamo a casa tardi e non ricordo granché.