Faccio suonare la sveglia, puntata alle 7.30, tre volte. Il risveglio è difficile perché i nostri vicini, tornati a notte fonda con lingua grossa, ci hanno tenuti svegli. Non siamo nemmeno riusciti a capire se fossero stati russi o francesi. Andiamo al bar “sotto casa” e, mentre facciamo colazione con pasta e caffè, iniziamo a definire i dettagli dell’operazione “boicottage peage” (attraversare la Francia, con la minima spesa autostradale e non); di fianco a noi due catalani fanno anche loro colazione, ma con una bistecca, patate fritte, pan tumaca e vino rosso: sono le 8.30.
Ci facciamo preparare due boccadillos con tortilla di patata per il pranzo, torniamo all’hotel e prendiamo le valigie. Fatto il pieno di GPL a Figueres, partiamo verso la Francia, in bianco e nero.
Passiamo il confine a El Pertus: sembra un centro commerciale all’aperto ed è pieno di gente. Troviamo diversi ingorghi, ma noi abbiamo Waze, e li evitiamo. Dopo 4 ore abbiamo macinato i nostri primi 300 km, senza aver dato un centesimo alle autostrade francesi, mentre facciamo una scorpacciata di musica locale trasmessa alla radio.
Il vantaggio non è solo economico: attraversiamo la Camargue e i suoi bellissimi cavalli, su piccole strade isolate e vuote. Facciamo un pieno di GPL ad Arles e pranziamo con gli ottimi boccadillos. Ci prendiamo anche un caffè, orribile, dalle macchinette di un’area di sosta.
Si accende la spia del mio motore. Chiamo l’officina e mi tranquillizzano, ripartiamo.
Alle 18.15 attraversiamo Cannes, e non abbiamo ancora toccato un chilometro con pedaggio. Alle 19.00 ci troviamo in un ingorgo poco dopo Antibes, vicino a Nizza, sul lungomare, e capiamo che è ora di tirare fuori qualche spicciolo.
Alle 19,45 attraversiamo il confine italo francese, con questo bilancio: abbiamo lasciato sul suolo francese, da Figueres a Menton, per un totale di circa 600 km, 31 euro di pieno di carburante, 3 euro e ottanta di autostrada e 2 euro e venti di due caffè. Consideriamo la missione compiuta.
Arriviamo all’agriturismo alle 20.15. E’ bello e ci accolgono con molta cordialità e ospitalità. Ci prepariamo e usciamo per raggiungere Sanremo.
Ceniamo, come non ci ricordavamo più, dividendoci una pizza, un piatto di trofie al pesto ed un tiramisù, al Club 64; poi entriamo al Casinò Comunale, di fronte. Cambiamo 50 euro a testa in fiches: io esco con la mia cena pagata, abbondantemente, l’Ale con almeno tre notti pagate e un bel regalo per sua sorella Francesca.
Domani torniamo a Ferrara, “les jeux sont faits, rien ne va plus”.