Il giorno più caldo

Caldo, umido, piscina piatta, spiaggia lunghissima e compagnia bella. Il mio babbo si informa sulla televisione piccola che tiene in tasca e sembra che sia il giorno più caldo, da domani andrà meglio. Andiamo a trovare Marina di Sorso, credo una amica dei miei, in un’altra piscina grande di Ichnusa. 
                 

Il mio babbo dice che gli sembra di essere a Porto Garibaldi, ma non saprei dire dove sia e perché. Ma si vede che non è contento. Io, d’altro canto, ho quella che voi grandi chiamate innocenza, e me la spasso alla grande lo stesso. Nudo, sì perché mia mamma si è dimenticata il costume. Beata innocenza.

Faccio il panico per una buona ora, fuori e dentro dall’acqua, gattono in lungo e in largo, vado in barca e mi tuffo per farmi prendere dal babbo. Attacco bottone con Aurora, quattro anni, ma solo per arrivare a sua mamma. Mi incanta e non so smettere di sorriderle quando la guardo. Quando mi portano via dalla piscina grande, crollo di un sonno totale, ancor prima di incontrare Marina di Sorso. Come un guerriero dopo la sua battaglia.

Alla sera andiamo a questa fantomatica festa della birra. Il mio babbo vuole sentire i Lez Deppelin o qualcosa del genere, sballati senza criterio, niente a che vedere con i grandi classici della musica italiana, come ninna nanna ninna oh, la bella lavanderina, stella stellina e compagnia bella. 

Comunque, stare sulle spalle del babbo mentre suonano e lui balla, spakka!

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