Epilogo peregrino

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Mi sveglio alle 8.30 pensando di dovermi incamminare, invece posso prendermela con calma.  Io e Cinzia ci prepariamo e andiamo a girovagare per le belle strade medioevali di Santiago, sali e scendi continui attorno alla cattedrale, in cerca di una piazzetta al sole per contrastare l’aria frizzante del mattino e fare colazione all’aperto. La città è viva, piena di gente comune e pellegrini, che riconosci anche senza lo zaino, perché zoppicano. Come me.

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Buen Camino!


Mi sveglio e penso che mancano solo 25 km all’arrivo. Il cielo è nuvoloso. Le caviglie vanno leggermente meglio, la vescica mi fa male. Prendo una pastiglia preventiva come mi ero promesso. Voglio arrivare sereno.

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Il botafumeiro più grande al mondo

  
 

 

Il video del rito del botafumeiro più grande al mondo durante la messa dei pellegrini.

Diploma in pellegrinaggio

  
223 chilometri in 8 giorni certificati.

In olio di oliva.

Santiago

  

Gli ultimi 25

  

La tappa più dura

  
Avrei dovuto immaginarlo al risveglio delle 7.00, ma io cerco sempre di rimanere ottimista. Le caviglie mi fanno male, e non ho ancora iniziato a camminare. Memore dei miglioramenti del giorno prima, mi faccio forza e decido di partire senza pastiglia antidolore preventiva.

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Penitenziagite

   
Incontro Marisa alle 3 di notte nella sala da pranzo mentre vado in bagno. Non aveva ancora preso confidenza con i tapones de cera (tappi di cera) e non riusciva a dormire a causa di certi russatori professionisti. Alle 7.45 non si è però ancora svegliata nonostante metà camerata sia già uscita: deve aver imparato.

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Il castagno centenario

  
I tappi di cera sono la vera svolta. Ti permettono di dormire 7 ore di fila in una camerata, anche se al tuo fianco un pellegrino fa tremare le pareti russando. E così ho fatto io stanotte. Mi sveglio alle 7.30 bello riposato, faccio colazione e mi dirigo all’appuntamento, 8.40 di fronte alla chiesa di Vilalba.

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