Ciò che è necessario

“A volte manca il fiato

da qui non si torna indietro

hai paura che il tempo non stia più al tuo guinzaglio

hai paura che il gioco adesso sia finito

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La diritta via


“<<La diritta via smarrita>>… Certo è così che comincia il viaggio.
”

    

Stefano Lanuzza

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Traversata croata

 

Lasciamo Zagabria con la pioggia, che sembra seguirci. Ovunque andiamo, ci lascia un giorno di tregua, un po’ di sole, ma non sa stare molto tempo lontano da noi. Affettuosa. Le grosse nuvole ispirano raccoglimento e ci immergiamo in una full immersion con i testi di Niccolò Fabi, che la spensieratezza, a volte, è sopravvalutata.

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Verso Pjescana Uvala

  
Pranzo al sacco improvvisato…

Miracoli a Zagabria

Ce la prendiamo con molta calma e arriviamo in centro verso le 11.30. C’è un gran bel sole. La città è gremita di gente che cammina sui marciapiedi, attraversa le strade o beve caffè nei tavolini dei bar, all’aperto. Molti buskers suonano per le vie, anche senza un Festival dedicato.

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450 km e 6 ore di pioggia

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Per colazione decido di anticipare il pranzo con un brunch, sfruttando il buffet salato dell’Holiday Inn. Alle 10.30 lasciamo la stanza. Raggiungiamo il Hrad, il castello bianco che sovrasta Bratislava. Un pallido sole cerca di farsi spazio fra nuvole sempre più minacciose. Ma non sappiamo ancora cosa ci attende.

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Smooth Bratislava

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Mattina di relax, perseguendo il significato di “mens sana in corpore sano“. La pausa di ieri non ci ha ricaricato abbastanza, così, dopo la colazione a buffet, prendiamo posto in piscina, più precisamente sugli sdraio all’ombra con un succo di frutta. Pago le tasse, in questo momento di pace, per addolcire la pillola amara. Poi mi lancio in una corsa di mezz’ora, in palestra, per dimenticare e scaricare lo stress accumulato in 15 minuti di F24, mentre una gatta porta un piccione, appena cacciato e un po’ sgranocchiato, ai suoi mici, nel giardino dell’Hotel. Non conoscendo l’arte degli aruspici, non indago l’eventuale significato.

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